Perseguitato da pensieri blasfemi

    Le mie paure sul peccato imperdonabile

    Arrabbiato con Dio, eppure in cerca del suo amore; spaventato che il mio peccato fosse imperdonabile, eppure desiderando la vita eterna; alla fine ho trovato pace con Dio

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    Questa testimonianza è di un 28enne che preferisce restare anonimo


      Quando, molti anni fa, i miei genitori smisero di frequentare la chiesa, smisi anch'io.

      Quattro anni fa, dopo molti problemi personali, depressione, tendenza all'omosessualità (nei miei pensieri), e una crescente incredulità verso Dio, sentii la necessità di conoscere Dio.

      Pregai, Pregai e chiesi aiuto e perdono al Signore, piangendo per i miei peccati. E Lui rispose.
      Egli mi fece conoscere il messaggio della salvezza in Cristo, e io lo accettai. Ero così felice, e ringraziavo continuamente il Signore per il Suo amore e per la Sua salvezza, chiedendoGli: "Perché hai salvato proprio me? Come hai potuto amare me?"

      Cristo cambiò la mia vita, i miei pensieri, cancellò la depressione e l'omosessualità dalla mia vita, mi diede una pace così grande, la gioia di chiamare Dio "Padre". Fece di me una nuova creatura.

      Poco tempo dopo, mentre stavo leggendo la Bibbia, Satana cercò di convincermi che non potevo essere perdonato a causa dei miei peccati passati, ma il Signore mi aiutò.
      Un paio di giorni dopo, leggendo la Bibbia, ricominciò e tentò di convincermi che avevo commesso il peccato imperdonabile. Stavo leggendo Marco 3:29, e ricordai un problema che avevo avuto. Per anni, a volte mi venivano in mente pensieri blasfemi contro il Signore. Odiavo quei pensieri e non sapevo cosa fare per fermarli. Così, mentre leggevo quel verso, fui convinto che avevo commesso il peccato imperdonabile.

      Il dolore fu terribile: fino a quel momento, avevo sentito costantemente una forte comunione con il Signore, bramavo il Suo amore e desideravo la Sua volontà più di ogni altra cosa. Ma in quel momento mi sentii come un bambino rifiutato da suo padre. Non capivo che era Satana che stava cercando di ingannarmi per farmi accettare le sue menzogne come aveva fatto con Gesù nel deserto. Inoltre, non sapevo cosa fare contro quei pensieri, pensavo di essere l'unico cristiano al mondo ad essere in quella situazione.

      Provai una forte depressione, dolore, confusione. Piansi per settimane chiedendo a Dio di non abbandonarmi. Lo amavo ancora e in qualche modo sentivo che Lui non mi aveva abbandonato, ma ero come in un fosso e non sapevo cosa stava accadendo fuori.

      Pian piano cominciai a provare amarezza e risentimento verso Dio, ma poi Gli chiedevo di perdonarmi, e questo si ripeteva più e più volte. Pregavo incessantemente, ma ogni volta con meno fede di prima. Quei pensieri blasfemi si moltiplicarono e mi sentii senza forze. L'incredulità verso l'amore di Dio per me cresceva; credevo ancora che Lui fosse un Dio d'amore e che amasse tutti gli altri, ma non me.

      In quei mesi il Signore mi aiutò facendomi conoscere le storie di persone che avevano commesso gravi peccati contro di Lui e che si erano allontanati, e che non furono abbandonati da Dio. Mi fece anche trovare due sermoni, uno di George Whitefield e uno di C.H. Spurgeon, che parlavano proprio del mio problema: io pensavo che fosse qualcosa che stava accadendo soltanto a me, e invece lì era chiaramente descritto come un comune attacco del maligno. Il Signore mi aiutò anche in molti altri modi.

      Cominciai allora a capire che era una prova e che Dio non mi aveva abbandonato, e Gli chiesi perdono e aiuto. Ma i mesi trascorsi nel risentimento e nell'amarezza avevano indebolito la mia fede. E quando quei pensieri tornarono più forti e più intensamente, non riuscivo più a credere che era Satana. Pensavo che fossi io, che il mio cuore fosse troppo malvagio.

      Così caddi di nuovo nello scoraggiamento, incredulità, depressione, pianto. Continuavo sempre a pregare e a chiedere aiuto a Dio, ma quasi senza fede. Ogni tanto mi rendevo conto che Dio non mi aveva abbandonato, ma in quei momenti mi ricordavo della mia irritazione verso Dio, la mia incredulità e i miei fallimenti, e pensavo che Dio non poteva più accettarmi.

      Ma gradualmente il Signore mi aiutò e mi ristorò, e chiesi nuovamente aiuto a Dio. L'anno scorso Egli mi fece conoscere un fratello in Cristo che mi invitò alla sua comunità. Molte comunità nella mia zona sono fredde o fuori dottrina, ma quando entrai in quella sentii subito l'amore di Cristo in quel luogo e in quelle persone, così restai.

      Mi sentivo rinnovato, ma dopo qualche tempo mi capitò di attraversare un periodo di aridità; pregavo e cercavo la comunione col Signore ma non la trovavo. Cominciai a vedere parte del prolema: anche se sapevo ciò che Gesù aveva fatto per me, e le Sue promesse, ora quelle cose mi sembravano lontane. La mia fede aveva cominciato a basarsi sui miei sentimenti e su delle regole, anziché sulle promesse di Dio.

      Questa non era la vita che avevo conosciuto. Tutto ciò addolorò la mia anima al punto che per alcune settimane ebbi nuovamente del risentimento verso il Signore. Mi pentii di quei pensieri, perché so e ho conosciuto che il Signore è veramente amore. Ma con questo avevo collezionato un'altra caduta. Queste prove furono dure per la mia poca fede, così quando non sentivo la presenza del Signore dimenticavo facilmente il suo aiuto e le sue promesse, e finivo nuovamente preda del nemico. A volte guardando indietro e mi rendo conto di tutte le mie cadute mi scoraggio, e penso al popolo d'Israele quando nel deserto dopo aver visto le meraviglie che il Signore aveva fatto per amore loro, indurirono i loro cuori al punto che dovette abbandonarli.

      [Commento di Grantley: E' frequente quando ci si sente sconfitti interpretare le azioni di Dio negativamente. In realtà, il Signore non abbandonò il popolo d'Israele nonostante la loro mancanza di fede in Lui. Egli semplicemente continuò a farli camminare nel deserto dove miracolosamente continuava ad occuparsi e a provvedere per loro.]

      A volte mi chiedevo se Dio potesse mai perdonarmi e ristorarmi, e anche se sapevo ciò che Lui aveva fatto in passato, non avevo la forza di rialzarmi e andare a Lui con fede.

      Così, quasi non potevo credere ai miei occhi quando ho trovato le pagine di Grantley sul peccato imperdonabile e sui pensieri blasfemi! Descrivevano precisamente la mia condizione, mi furono di conforto e mi spiegarono come uscirne. Da allora ho chiesto perdono al Signore e ora sono libero!

      Come Christy (la ragazza che ha raccontato una testimonianza simile alla mia), avevo tenuto segreto il mio problema. Non avevo mai detto niente alla mia famiglia, ai miei amici, alla mia chiesa, perché pensavo che nessuno avrebbe potuto capirmi. E la parte più triste è che stavo negando a me stesso l'aiuto di cui avevo così disperatamente bisogno. Non potevo portare quel peso da solo, e senza un aiuto finivo più facilmente preda delle bugie di Satana. Avevo addirittura pensato che potesse essere una forma di possessione, che avevo perduto la salvezza, e così via. Come Christy, so cosa significa sentirsi sfinito mentalmente, e avvilito da quei pensieri terribili. A volte anche l'idea del suicidio mi passò per la mente.

      Anche se tutto era iniziato con quei pensieri blasfemi, il problema lentamente cambiò quando cominciai a pensare che il Signore non potesse perdonarmi. Mi sentivo troppo indegno a causa delle mie reazioni, incredulità, mormorii, ecc. e credevo che il Signore mi avesse abbandonato. Persi così tanto perché mancai di credere alle promesse di Dio. Ora, so che quelle promesse sono per tutti, anche per me.

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